Scienza e Natura

Alla ricerca di Atlantide

L'antica civiltà perduta, narrata da Platone, torna al centro delle ricerche di archeologi ed esploratori. Nella prossima estate partiranno tre spedizioni che cercheranno di dimostrare che il grande impero è esistito e non è dunque un semplice mito, analizzando i dialoghi di Platone come mappa del tesoro. Per i ricercatori quel luogo è indubbiamente reale, nessuno si pone il dubbio si tratti di una semplice leggenda. Per l'archeologo Jaques Collina-Girard, dell'Università di Aix en Provence, la città si trova proprio lì, in un'isola in Atlantico, poco dopo le Colonne d'Ercole. Ma quali saranno i siti che saranno sottoposti a studi? Nell'estate del 2004 Collina-Girard partirà verso la piattaforma di Spartel oggi sommersa, e lì cercherà prove, tracce di vita, indizi che rivelino la presenza dell'uomo prima dell'inabissamento. La seconda spedizione prenderà il via invece la prossima primavera. La meta sarà il deserto del Sahara. Per alcuni ricercatori, infatti, il mare che sommerse Atlantide potrebbe essere fatto di sabbia. Una tesi non del tutto nuova, supportata da esploratori e già ipotizzata da alcuni scrittori dell'Ottocento. Intanto c'è chi la propria Atlantide la sta già cominciando a scoprire. Sono gli archeologi inglesi della Newcastle University che a settembre hanno trovato per puro caso selci e altri oggetti preistorici al largo della foce del fiume Tyne.

 

La foresta amazzonica in guerra

La foresta amazzonica, che offre al mondo un quinto dell'aria pura che respiriamo, è in pericolo. Negli ultimi 30 anni il 16 per cento di questo polmone, un'area vasta come la Francia, è stato abbattuto e bruciato. 
Così l'ossigeno del pianeta pian piano scompare. Ormai è una vera e propria guerra per il legno: il campo di battaglia  è la "Terra de Meio", un grande quadrato di foresta vergine, nello stato di Parà. Il premio è mezzo miliardo di dollari di esportazioni verso Usa e Europa. L'attacco contro la foresta è concentrico: da Est e da ovest, dietro i disboscatori si muovono gli allevatori di bestiame; da Nord a Sud, i coltivatori di soia. Come ogni guerra conta le sue vittime: nei primi 15 anni passati dalla morte di Chico Mendes, primo martire ufficiale della guerra del legno, i morti nelle contese tra le comunità preesistenti e i nuovi taglialegna sono stati 800.
Trenta morti solo nell'ultimo anno a San Feliz de Xingù, il centro più importante della Terra de Meio. Molte di più sono le invasioni delle terre dei villaggi, le minacce, le intimidazioni. 
Greenpeace denuncia la prepotenza delle locali aziende di legname, ma a Santarèm, la polizia federale ha in tutto 12 agenti, dattilografi compresi, a sorvegliare un territorio vasto due volte la Francia. 
Dietro questo disboscamento selvaggio, c'è una logica economica travolgente. Le imprese pagano circa 25 reales per un albero di cinque metri cubi di legno (circa dieci dollari). Una volta tagliato il legno si riduce a tre metri cubi e valgono 75-100 reales, 25-35 dollari. Ma al porto dove arrivano tagliati in assi quei metri cubi sono già saliti a 900-1500 dollari. A Londra, quelle assi diventano 12 tavoli di pranzo di mogano da vendere al prezzo di 7.500 dollari l'uno. Il totale per quell'albero di mogano costato dieci dollari, è superiore a 90mila dollari. 
Nello Stato di Parà l'area autorizzata per la deforestazione era di 5mila ettari, i satelliti hanno dimostrato che la deforestazione effettiva è stata cento volte più ampia: oltre 500mila ettari. Il sessanta per cento delle esportazioni di legname dell'Amazzonia proviene proprio da questo Stato. Ma il 95 per cento di questo legno ha un'origine illegale.
Inoltre molti sono gli animali a rischio di estinzione per il massiccio disboscamento della foresta amazzonica mentre pascoli e campi di soia stanno prendendo il posto di alberi e giungla. 

Le "malattie" dei giovani

Una variazione improvvisa di peso, mutamenti repentini d'umore, stati depressivi sono problemi abbastanza comuni fra gli adolescenti, che tuttavia possono trasformarsi in un segnale di disagio profondo, sia fisico che psicologico. Sono segni difficili da interpretare, perché non si concretizzano in una vera e propria patologia.
Un allarme e una serie di consigli per i genitori sono stati lanciati a proposito a Palermo in occasione del convegno annuale dell'Ame, l'Associazione medici endocrinologi. "Gli adolescenti - hanno spiegato gli esperti - sono sempre più spesso abbandonati a se stessi, in balìa di segnali del loro stesso organismo che nessuno li aiuta a comprendere. La medicina italiana si occupa dei problemi dell'età pediatrica, ma l'attenzione cala quando i ragazzi entrano nella fase adolescenziale. "I problemi trascurati si trascinano negli anni e continueranno a colpire l'adulto di domani. Controlli più puntuali dunque, anche in assenza di patologie. I medici devono soprattutto informare i genitori su quali siano i segnali da osservare e sui quali riflettere". Un ingrassamento o un dimagrimento troppo rapido, così come le irregolarità mestruali nelle ragazze, possono indicare la presenza di un problema ben più complesso. Come questi anche la presenza di piccoli noduli, o ingrossamenti sul collo, sono il segnale di patologie tiroidee. I medici invitano a dare molta attenzione alle patologie autoimmuni, sempre più diffuse tra gli adolescenti. Un "innocuo" eczema o un più grave lupus, potrebbero essere una spia di allarme, il ragazzo o la ragazza potrebbe risentire di un forte stress emotivo. Tra i problemi dell'adolescenza rientrano anche i disturbi di potenza sessuale, in aumento tra i giovani maschi e spesso di origine psicologica. "Un inconveniente di cui difficilmente il ragazzo parlerà con un genitore. Ecco l'importanza di un interlocutore come l'endocrinologo". Roberto Vulcani - presidente dell'Ame - ha anche puntato il dito contro i colleghi che prescrivono farmaci in maniera inappropriata. Usare ciproterone acetato, flutamide e finesteride per combattere l'acne, alopecia o irsutismo è pericoloso. Questi farmaci vengono infatti prescritti per altri motivi, ben più gravi, come ad esempio il tumore alla prostata. Usarli in maniera inadeguata può indurre impotente un adolescente sano. 

Addio stelle fra 20 anni

Tra poco meno di 20 anni il cielo sarà tutto nero e le stelle non potranno più essere viste. Questo sarà il futuro oscuro della Terra se l'inquinamento luminoso non calerà drasticamente e tutto ciò nonostante la presa di posizione dell'Unesco che nel 1992 ha dichiarato il cielo "patrimonio mondiale".
Già oggi - hanno detto gli astronomi - chi vive in una città può scorgere non più di 240 stelle. Un numero irrisorio se si pensa che alcuni anni fa se ne potevano vedere tra le 6 e le 7mila. Tutta colpa della luce dispersa verso il cielo. Per combattere questa nuova forma di inquinamento che interessa ambiente, fauna, ma anche salute umana, si sono costituite associazioni e gruppi che uniscono scienziati, studiosi e cittadini "amanti delle stelle".
In Italia, stando ai dati rilasciati dall'Enel, nel 1997, per la sola illuminazione pubblica sono stati impiegati qualcosa come 4.800 KWh. Questo valore  sarebbe in costante aumento, circa +5% all'anno. A ciò si deve aggiungere poi l'illuminazione privata e quella indispensabile per illuminare strade, edifici e monumenti, poco meno di 7mila milioni di KWh, dei quali il 30%, sotto forma di luce, viene inviata direttamente verso il cielo con effetti devastanti per il pianeta.
Un impulso alla lotta all'inquinamento luminoso sta venendo dalle regioni, le Marche di recente, ma anche la Lombardia, il Veneto, la Toscana, il Piemonte, sono scese in campo con provvedimenti che attribuiscono le competenze in materia e adozione di un regolamento di riduzione e prevenzione dell'inquinamento ai comuni che dovranno vigilare sul rispetto delle misure stabilite per gli impianti di illuminazione esterna, applicare eventualmente le sanzioni amministrative, verificare la conformità dei nuovi impianti e bonificare quelli fuorilegge.


 

Italiani, giovani miopi

"Un quarto degli adolescenti italiani ha problemi di vista e il fenomeno è in aumento". Questo quanto emerge da una ricerca condotta dagli esperti dell'Oms. "La miopia non può essere più considerata un piccolo difetto. Si tratta di una patologia che non dev'essere sottovalutata perché potrebbe avere gravi conseguenze". Per i miopi  il pericolo di distacco di retina è otto volte maggiore rispetto a chi ci vede bene. C'è poi correlazione con altre gravi malattie dell'occhio, come il glaucoma. Dei 50mila nuovi casi di maculopatia che si registrano ogni anno nel mondo occidentale, inoltre, il 2-3% riguarda persone affette da gravi miopia con meno di 6 diottrie e oltre. La crescita di questo pericoloso handicap  è causata dal pessimo stile di vita dei giovani, la sedentarietà, l'obesità, le diete scorrette, sbilanciate e prive dei nutrimenti essenziali. Per cambiare la situazione si dovrebbero bandire i fritti e privilegiare frutta e verdura. Da non sottovalutare poi l'importanza di passare alcune ore al giorno all'aria aperta, magari facendo un minimo di attività fisica. La ricerca, per il momento, non è riuscita a stabilire quanto l'utilizzo di monitor per Pc e televisione possano favorire l'insorgere della malattia.
Per prevenire la miopia  è necessario che i genitori si rendano conto presto se il loro bambino ha difficoltà nella visione, prima che sia lui a dirlo. Gli occhi dei giovanissimi vanno protetti sin dai primi anni perché la miopia non corretta tende ad aggravarsi. 
Tra le novità presentate al sesto congresso mondiale sulla miopia ci sono anche i primi risultati di un nuovissimo farmaco gel a base di pirenzepina capace di rallentare il progredire della malattia. Il medicinale è in fase di sperimentazione su 500 ragazzi in uno studio asiatico-americano.

La caccia agli UFO è aperta

Il cerchio si stringe e una nuova caccia a ET è partita, ma questa volta sarà molto più selettiva. Il radiotelescopio Arecibo, il più grande del mondo (304 metri di diametro) incastonato nelle montagne di Portorico ha puntato il suo gigantesco occhio verso 150 stelle giudicate più interessanti nella fantastica ricerca di segnali intelligenti provenienti dal cosmo e finora mai ascoltati.
Il progetto americano Seti@home permetterà inoltre a chi ha un computer a casa di partecipare all'esame di un fiume di bit.
Il piano, come spesso accade in queste cose, ha una matrice Usa. Il progetto gestito dall'Università di Berkeley, in California, distribuisce gratuitamente un programma installato nel Pc elabora nelle pause di lavoro, quando entra in azione lo screensaver, un pacchetto di dati celesti inviato anch'esso dal progetto.
Ma il "pacchetto" non potrà essere distribuito a chiunque ne faccia richiesta. Finora 4 milioni di persone, in 200 nazioni, hanno contribuito alla valutazione dei dati raccolti. Per scoprire ET si stanno scandagliando i segnali inviati da 150 stelle o sorgenti di segnale.
Dopo una prima valutazione con i Pc domestici, i segnali saranno trasmessi all'Università di Berkeley dove tireranno le somme dell'operazione. 

 

La psicosomatica, malattia del 2000 

 La medicina ha fatto oggi un passo avanti, riconoscendo una nuova branca: quella della psicosomatica. Si tratta di un "grande traguardo", dicono gli studiosi il "riconoscimento del legame tra buon umore, serenità equilibrio e salute del corpo è già riconosciuto da molti studi scientifici". Oggi fatica, ansia, e frustrazione sono riconosciuti come possibile causa di aritmie, infarti, asma, reumatismi, febbre, ulcere, coliti, sindrome da stanchezza cronica e depressione del sistema immunitario. Insomma, una serie di malattie che fino a ieri venivano liquidate con la semplice cura del sintomo, ma che in realtà nascondevano molto altro. Non è sempre necessaria una psicoterapia e anche il medico di famiglia, se preparato, aiuta. L'errore più grande sarebbe ricorrere agli psicofarmaci che cancellano il sintomo ma non il disagio di fondo.

 

Sfida computer-cervello

L'Ibm ha ricevuto dal governo degli Stati Uniti una commessa di 184 milioni di dollari per costruire un super computer in grado di compiere centomila miliardi di operazioni al secondo. Il computer che eguaglierà il cervello umano dal punto di vista del potenziale cognitivo, si chiamerà Asci Purple-Gene.
La nuova invenzione  permetterà agli Usa di riconquistare il primato perso qualche mese fa a favore del Giappone. Le potenzialità di Asci Purple sono infinite. Potrà monitorare terremoti, controllare esplosioni nucleari, posizioni e rotte satellitari: in poche parole, potrà tenere sott'occhio gran parte delle dinamiche che si verificano sulla terra e sulla sua stratosfera e rivelarsi quindi utilissimo a fini militari quando verrà consegnato nel 2004, tra meno di 2 anni. Anche se il nuovo super computer dell'Ibm si ispirerà ai principi organizzatori della mente umana, la batterà alla grande in termini di potenza e velocità di calcolo.
Questo supercomputer è stato commissionato per rispondere al Giappone, che è riuscito a mettere insieme un gigantesco elaboratore in grado di eseguire 40 trilioni di operazioni in un secondo. Pagato dal governo di Tokyo, è stato concepito soltanto per simulare per la prima volta tutti i meccanismi ambientali che coinvolgono la Terra ed è stato battezzato Earth Simulator. L'impresa è riuscita alla società Nec che, per arrivare a questo risultato, ha unito fra loro ben 5 mila processori che funzionano come un'unica macchina.

 

Un nuovo satellite a caccia dei raggi gamma 

L'universo più oscuro e violento sarà osservato dal nuovo satellite Integral (International Gamma Ray Astrophysics Laboratory): il 17 ottobre alle 6.41, ora italiana, l'Esa (l'agenzia spaziale europea), lancerà il suo nuovo modello dalla base di Baikomur in Kazakhstan, a bordo di un missile Proton.
Con i suoi 5 metri di altezza e le 4 tonnellate di peso Integral è l'oggetto più pesante mai messo in orbita dall'Esa, che ne ha affidato il coordinamento industriale all'Italiana Alenia Spazio.
Il compito di Integral è studiare il cielo, le più energetiche tra le radiazioni dello spettro elettromagnetico e quindi quelle associate ai fenomeni cosmici più violenti ed esotici.
Di primaria importanza è lo studio dei raggi gamma. Anche questi raggi sono luminosissimi e frequenti (si verificano una volta al giorno), ma i due terzi delle loro sorgenti sono ancora non identificate. La difficoltà dello studio dei raggi gamma è dovuta al fatto che durano pochissimo e che è impossibile prevedere da che parte del cielo arriveranno.
Ogni volta che ne scoprirà uno nuovo, Integral si precipiterà ad avvertire la comunità astronomica, inviando un sms direttamente sul cellulare di Thierry Courvoisier, il direttore del centro, che raccoglierà i dati scientifici trasmessi dal satellite.


Antimateria, questa sconosciuta

Una fitta pioggia di migliaia di atomi di antimateria. Il risultato, a lungo inseguito nei laboratori di tutto il mondo e che permetterà di decifrare meglio l'origine dell'universo, è stato ottenuto al Cern di Ginevra aprendo una porta fondamentale nella conoscenza della natura e uno squarcio nel mitico, fantascientifico mondo. A realizzare la scoperta una quarantina di scienziati di varie nazioni: dal Brasile all'Inghilterra, dal Giappone alla Danimarca. Quattordici di loro, riuniti nel gruppo Athena, sono italiani, dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e delle università di Pavia e Brescia.
Quali prospettive apre il risultato ottenuto a Ginevra? Si spera di poter controllare, per esempio, se la legge di gravità funziona per l'antimateria esattamente come per la materia, e se le simmetrie e le (piccole) asimmetrie osservate nella materia ordinaria, si manifestano anche nell'antimateria. Insomma alla prova sarà messa la stessa teoria della relatività di Einstein e i principi-cardine della fisica moderna. Ci vorrà del tempo, però, perché materia e antimateria, quando vengono a contatto, si annichilano in un lampo di energia e bisognerà, quindi, riuscire a tenere l'antimateria ben isolata, per poterla studiare con calma.
Ma c'è da dire che le quantità di antimateria prodotta è infinitesima e, dunque, "l'astronave di 'Star Trek', che brucia antimateria a quintali, è ancora lontana".

Riecco l'asteroide

Lo spettro di "Armageddon" potrebbe materializzarsi nel 2019, esattamente il primo febbraio, quando l'asteroide "2002 Nt7" sarebbe in grado di colpire la terra. L'hanno stabilito gli specialisti del 'Jet Propulsion Laboratory' della Nasa e dell'Università di Pisa, gli unici due centri al mondo che calcolano le orbite di quei pianetini che si avvicinano pericolosamente al nostro pianeta. La probabilità che accada è comunque 1 su 70.000.
L'asteroide gigante misura circa due chilometri di diametro e ha un'orbita di 837 giorni intorno al Sole. La conferma del rischio per il nostro Pianeta è venuta con la classificazione dell'asteoride in base alla 'Scala Palermo', che misura la distanza dalla data di impatto: per la prima volta il dato numerico - 0,06 - è in positivo, indicando che l'impatto è possibile.
Oggetti di questo tipo arrivano sulla terra ogni due o tre milioni di anni: in caso di impatto provocherebbe un cataclisma di proporzioni inimmaginabili. Interi continenti verrebbero spazzati via. Per non parlare delle variazioni climatiche globali che tale urto comporterebbe al nostro pianeta.
Se dalle prossime rilevazioni si evidenziasse un reale pericolo, si potrebbe verificare la situazione del film: bombardarlo non sarebbe una soluzione: i frammenti potrebbero causare gravi danni. Molto meglio servirsi dell'energia cinetica cercando di deviarne il percorso, sparandogli addosso, ad esempio, un veicolo spaziale ad alta velocità.


Emozioni al maschile e al femminile

L'universo maschile e quello femminile spesso sembrano due mondi inconciliabili: quanti litigi, quante incomprensioni nascono a causa di questa diversità. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista dell'Accademia americana delle Scienze, queste differenze nascono addirittura da come è strutturato il cervello.
Più precisamente una ricerca sulla memoria effettuata da un gruppo di scienziati di Stanford ha stabilito che la facoltà di ricordare è un'abilità che risulta assai più marcata nelle donne, la cui migliore 'memoria emotiva' è già stata dimostrata da numerosi studi comportamentali.
Per sfortuna degli uomini, le donne non si limitano solamente a fissare bene nella mente tutti i particolari di un dolore o di una gioia. Ma per di più esse sono in grado, molto di più dei maschi, di reagire, anche a distanza di tempo, ad immagini fortemente emotive, che possono ridestare delle sensazioni.


Il calamaro gigante esce dalla letteratura

Dagli abissi emerge il calamaro di Verne, dai tentacoli lunghi fino a 18 metri, ritrovato su una spiaggia della Tasmania, in Australia. L'animale  è una scoperta molto rara e preziosa, infatti il curatore di zoologia del Museo di Hobart, David Pemberton, in una sua dichiarazione a radio Abc, ha sottolineato che l'animale ha caratteristiche mai viste prima: tra queste lunghi muscoli attaccati a ciascuno dei suoi enormi tentacoli. Ed ha aggiunto che soltanto approfonditi studi potranno determinare se si tratta di una nuova specie.
Antonio Di Natale, dell'acquario di Genova, spiega: "Gli animali degli abissi marini, quelli che vivono oltre i duemila metri sotto il mare, rappresentano uno dei più grandi misteri della natura. Purtroppo non è mai stato possibile vedere questi animali nel loro habitat in vita. Proprio in questo periodo un gruppo di scienziati spagnoli sta progettando una spedizione negli abissi con telecamere e sensori che potrebbe portare in superficie immagini mai viste".
L'enorme cefalopode pesava 250 chili, anche se si pensa che prima di morire poteva pesare anche di più.  Si tratta di animali che si conoscono soltanto perchè di tanto in tanto vengono trovati morenti sulle spiagge: probabilmente hanno dei sensori molto fini che li aiutano a sfuggire presenze indesiderate. Vivono in acque fredde, a grandissima profondità.


Mouse addio e altre "diavolerie"

Non passa giorno senza che ci arrivino notizie di nuove scoperte tecnologiche e progressi dell'hi tech. L'ultima novità è  un ritrovato che  permetterà di controllare le macchine con impercettibili movimenti degli occhi. Il mouse è destinato così al pensionamento.
La tecnologia avanza anche nel campo automobilistico: se pur in via sperimentale, attraverso un nuovo dispositivo è possibile controllare da lontano il comportamento di un ragazzo. Se un padre, ad esempio, presta l'auto al figlio, può impostare un comando che gli segnala quando il veicolo supera la velocità corretta. Il sistema di bordo invia un messaggio sul telefonino, avvisando che il giovane preme troppo sull'acceleratore. Lo stesso sistema diventa un aiuto concreto in caso di emergenza. Il sensore di crash telematico toglie dai guai: in caso d'incidente accerta automaticamente l´impatto e invia istantaneamente l´allarme a una centrale, da cui vengono attivati ambulanza a carro attrezzi. L´auto hi-tech ha risorse illimitate:  l´ultimo grido è un altro impianto ideato da Viasat: il lettore di giornali. Ora si può viaggiare mentre il sistema satellitare di bordo ci declama gli articoli più interessanti del nostro quotidiano preferito.
La vera "moda dell'estate" sembra però essere la "foto mobile", e cioè i nuovi Mms, messaggi con foto che già stanno sostituendo, almeno in parte, i vecchi Sms.
Così il videomessaggio sostituisce il messaggino, mentre su Internet finiscono i tempi eroici delle chiacchiere anonime o sotto pseudonimo, comunque in libertà. Le maledette telecamere sono arrivate pure lì: sorridi, sei in onda. 

 

Asteroide "invisibile"

Il 14 giugno scorso un asteroide della grandezza di un campo di calcio ha sfiorato il nostro pianeta: "2002 MN", questo il nome del corpo celeste, è passato ad appena 120 mila chilometri dalla Terra, senza che nessun telescopio se ne accorgesse.
Solo tre giorni dopo, quando oramai il pericolo era passato  i centri di osservazione del cosmo si sono resi conto di quanto era avvenuto di fronte ai loro occhi. 2002 MN ha attraversato l'orbita della Luna ad una velocità di 41400 chilometri orari avvicinandosi pericolosamente al nostro pianeta, in termini galattici all'impatto è mancato solamente un soffio: solo l'asteroide '1994 XM1', il 9 dicembre del 1994 raggiunse una distanza ancora minore, ma aveva dimensioni non altrettanto grandi. La notizia del passaggio dell'asteroide è stata resa nota dal "Near Earth Object Information Centre", in Gran Bretagna, e dal "Lincoln Near Earth Asteroid Research" della NASA di Socorro, nel New Mexico.
Se il corpo celeste fosse entrato in rotta di collisione con la Terra sarebbe probabilmente esploso a contatto con l'atmosfera terrestre e, anche se fosse arrivato sul nostro pianeta, l'impatto sulla superficie terrestre di un corpo del diametro di 120 metri non sarebbe in grado di scatenare un cataclisma simile a quello che 60 milioni di anni fa pose fine all'era dei dinosauri. Ma se avesse colpito la Terra avrebbe causato devastazioni simili a quelle provocate nel 1908 in Siberia da un asteroide che distrusse 200 chilometri quadrati di foresta. Se la gigantesca palla di cannone fosse arrivata a ridosso dell'atmosfera terrestre ne sarebbe scaturita un'onda d'urto di grande potenza, roba da almeno dieci megaton, un'energia enorme se concentrata su un posto specifico.
Il motivo del mancato rilevamento di tale fenomeno è da cercare nel fatto che i telescopi sfruttano il riflesso della luce solare e ciò a volte non è sufficiente per  individuare asteroidi di dimensioni ridotte. Ma non è tutto: la mancanza di telescopi nell'emisfero meridionale fa sì che se un asteroide arrivasse da quella direzione potrebbe giungere pericolosamente vicino senza essere visto da nessun occhio del cielo.

Cervelli italiani in fuga

Con un bagaglio fatto di idee, di voglia di sperimentare, di necessità di mettere in pratica una ricerca, la maggior parte dei ricercatori italiani si rifugia all'estero per studiare, generando   un fenomeno preoccupante: una fuga di cervelli,  di giovani, ma anche di vecchi ed emeriti studiosi.
Il Censis  fa il punto sul fenomeno arrivando a censire ben 2678 "cervelli in fuga": per la maggior parte uomini, (ma circa un terzo sono donne) tra i 30 e i 40 anni, con una laurea, ovviamente italiana, che, dopo avere avuto qualche esperienza di lavoro o accademica, hanno scelto di andare all'estero.
Bistrattati e respinti da un sistema accademico che penalizza la meritocrazia, da una società che non dedica abbastanza fondi né sforzi alla ricerca, gli studiosi lasciano l'Italia soprattutto per ragioni lavorative.
Meta preferita dei ricercatori sono gli Stati Uniti, ma anche altri paesi europei dove ci sono maggiore disponibiltà di risorse, stipendi più alti, più rapidi sviluppi di carriera.
Secondo Renato Dulbecco  per capire perché avviene la fuga, bisogna riconoscere che il giovane ricercatore è un sognatore. Si è impegnato in un filone di ricerca ed è deciso a lavorare accanitamente per realizzare il suo sogno, che è quello di fare una scoperta. Per raggiungere questo scopo deve trovare un laboratorio che lo ospiti e gli dia i mezzi per portare avanti il suo sogno con tutte le attrezzature e l'aiuto tecnologico necessario, ma soprattutto senza ostacoli burocratici o politici.
Dulbecco afferma, inoltre, di essere stato egli stesso un "cervello in fuga" e di non esserne pentito: "Era una necessità, se fossi rimasto in Italia, non avrei mai potuto fare ciò che ho fatto negli Stati Uniti. Tra quel paese e l'Italia ci sono alcune differenze fondamentali: là c'è grande cameratismo tra i ricercatori, ci sono strumenti adeguati, personale tecnico adeguato e mezzi sufficienti. Il riconoscimento dei ricercatori, inoltre, è basato sul loro merito, senza considerazioni politiche o di anzianità. In Italia, invece, non c'è grande interesse per la ricerca, come dimostra la scarsezza dei donatori che l'aiutino finanziariamente".

La macchina che "legge" il pensiero

Nel terzo millennio dovevamo aspettarci, prima o poi, una macchina in grado di "fotografare" le nostre emozioni e di riconoscere i nostri stati mentali: è nata infatti una 'risonanza magnetica funzionale per immagini', una macchina capace di fotografare una varietà di stati mentali, comprese le emozioni. Ma anche tratti specifici della personalità come la tendenza all'aggressione. Da poco è apparsa sulla scena della ricerca e con essa si sta aprendo la nuova frontiera dello studio del cervello. Sarà attraverso questi nuovi studi che si potranno scoprire i misteri più profondi sul funzionamento del nostro cervello rimasto in gran parte un pianeta inesplorato. Da una parte ci sono i ricercatori impegnati nel decifrare i meccanismi di base, cioè spiegare quali siano i legami tra la fisiologia e le manifestazioni della mente. In secondo luogo vi è l'interesse medico rivolto a trovare il modo di curare le patologie della mente. E infine vi è la ricerca da parte della farmacologia di conoscere questi processi per mettere a punto terapie adeguate.
Edoardo Boncinelli, genetista e direttore della Scuola internazionale di studi avanzati di Trieste guarda con ottimismo alle possibilità offerte dalla risonanza magnetica funzionale: "Ci offre delle buone speranze. Possiamo effettuare precise ricognizioni delle aree cerebrali e osservarne il comportamento. Questo è importante anche se ciò non significa capire come il cervello funziona".
Eventuali scoperte nel campo delle neuroscienze possono avere implicazioni etiche, legali e di privacy facilmente immaginabili: una scienza dai caratteri nazisti sembra alla portata di molti, quindi è indispensabile moltiplicare anche i controlli.

Il fallimento dell'uomo "creatore" 

Tutti gli animali clonati nascono con difetti genetici che dimostrano quanto sarebbe rischioso il tentativo di clonare un essere umano. L'allarme arriva da uno studio dello stesso pioniere della clonazione, il professore scozzese Ian Wilmut, che cinque anni fa creò la pecora Dolly. La notizia  segna una svolta importante nel campo della ricerca scientifica. Wilmut, le cui dichiarazioni sono accompagnate da una campagna condotta da alcuni gruppi animalisti, passa così sul fronte opposto , diventando uno dei principali avversari della clonazione umana.
La scoperta costituisce la conclusione di una ricerca che lo ha portato in giro per il mondo ad osservare cloni di ogni specie. Non è solo, infatti, la pecora Dolly a soffrire di artrite prematura e di un innaturale invecchiamento, ma c'è un intero zoo sparso per il mondo di animali, figli della provetta, ammalati. Pecore e mucche affette da gigantismo, topi con placente abnormi, maiali con disfunzioni cardiache, solo per fare qualche esempio. Il suo allarme, tuttavia, non giunge inaspettato. In gennaio uno studio  passava in rassegna i dati sullo stato di salute degli animali clonati tra vitelli, maiali, capre e topi. Degli esemplari esaminati, il 77% risultava sano alla nascita, il 23% era portatore di malformazioni. Dopo solo alcuni mesi una vera e propria disfatta.
Quasi sei anni di intensa sperimentazione in giro per il mondo hanno dimostrato che riprodurre copie animali identiche sarà ben difficile. Ogni clone viene prodotto con enorme difficoltà, grande spesa e gravi perdite in termini di embrioni inutilizzabili. Dolly, ad esempio, è nata, e cresciuta apparentemente sana, dopo 276 tentativi falliti di clonare una pecora.
Quali le ragioni presunte di questi fallimenti? Sicuramente l'utilizzo di cellule di organismi già adulti. In base a questi dati, perciò,  i rischi della clonazione umana sono estremamente elevati. Inoltre, la nascita di cloni con difetti genetici o somatici, oltre ad avere un effetto dissestante sull'immagine di tutta la scienza biomedica, comporterebbe una grave responsabilità giuridica per i suoi artefici.


I love matematica

Troppa matematica porta all'epilessia: è questa la conclusione cui è pervenuto il reparto neuropsichiatrico dell'ospedale "Carlo Poma" di Mantova studiando il caso di un ragazzo soggetto ad una rara forma di "epilessia da calcolo". Il legame tra i calcoli e l'attacco epilettico è stato rivelato dall'encefalogramma che ha indicato che ogni qualvolta il ragazzo si impegna nella soluzione di un problema matematico, sopraggiunge un attacco.
Si tratterebbe, infatti, di una rara forma di epilessia legata all'eccitazione di una particolare zona della corteccia visiva, quella occipitale o visiva, che consente a particolari soggetti di vedere i numeri come se essi fossero oggetti reali, coglierne le conformazioni, le sequenze, i rapporti complessi.
Proprio tali capacità consentono, ad esempio,  all'economista Nash, interpretato da Russel Crowe nel celebrato film "A Beautiful Mind", di "cogliere le regolarità e le irregolarità presenti in un mare di cifre e di stringhe di dati.
Pertanto, la diagnosi dei medici di Mantova non porterebbe ad affermare che tutti gli studenti indiscriminatamente rischino una crisi convulsiva di fronte alla risoluzione di un problema di matematica, ma solo che tale rara forma di "epilessia da calcolo" si verifica quando una parte della corteccia "impazzisce" se sollecitata da stimoli particolari, quali appunto i numeri.
E proprio il film interpretato da Russel Crowe, trionfatore nella notte degli Oscar, ha contribuito a riportare l'attenzione sulla "scienza dei numeri" per troppo tempo misconosciuta al punto da non avere neppure mai avuto un riconoscimento significativo quale il premio Nobel.
Ora infatti, anche i matematici otterranno soddisfazione grazie alla Norvegia, che a cent'anni dall'istituzione del premio Nobel, ha creato il premio Abel, dal nome del più importante matematicco norvegese, Niels Henrik Abel.


Bec: la nuova materia

Non è solida, né liquida, e neanche gassosa ed è composta da qualcosa che non è duro, né fluido, né tantomeno vaporoso, così sembra la nuova forma di materia che è valsa il premio Nobel 2001 a tre scienziati americani.
La Bec, questo il suo nome, non ha nulla in comune con quanto finora conosciuto, né esistono singoli termini nel lessico corrente in grado di descriverla perché viene da un altro mondo, quello della meccanica quantistica, dove la materia può essere ubiqua, al tempo stesso presente in due luoghi differenti riuscendo a comportarsi alternativamente, in maniere differenti, ora come una particella tradizionale, ora come un'onda magnetica.
Comunque Wolfgang Ketterle non si accontenta del Nobel per la scoperta del Bec e del corteggiamento della Nasa: guarda già oltre la scoperta - che lui stesso definisce "di quelle che fanno venire i brividi agli scienziati"- ed è già impegnato nel tentativo di compiere il passo successivo ovvero sfruttare la nuova materia per creare un tipo di laser attivato da un'onda Bec destinato a far compiere un balzo in avanti alla ricerca sulle nuove tecnologie.

L'universo e' azzurro

L'universo è colorato: splende di una luce tra il verde e il turchese. Lo hanno rivelato gli astrofisici della John Hopkins University, che hanno analizzato la luce emessa da un campione composto da centinaia di migliaia di galassie. La luce di una galassia è la somma delle luci emesse dalle stelle più quella, meno intensa, delle nebulose gassose in essa contenute. Una stella di massa elevata può raggiungere temperature altissime di decine di migliaia di gradi ed emette luce di colore blu, una stella mediocre quale il nostro Sole emette per definizione luce bianca, altre stelle di infimo lignaggio o a fine carriera, quali le giganti rosse, emettono appunto luce rossa. L'effetto finale è una mistura di queste luci che , fatti i calcoli, risulta vicina al turchese.
Viviamo nell'età matura dell'universo: se il nostro universo fosse giovane, sarebbe abitato da stelle giovani, di colore blu. Se al contrario il cosmo fosse vecchio, sarebbe abitato da stelle anziane, che emanano un bel colore rosso.
Se consideriamo gli spazi e i tempi dell'universo, la storia dell'uomo diventa ben poca cosa, anche se è stato scoperto un graffito di 77mila anni fa, che anticipa quindi di 40mila anni le pitture rupestri europee più antiche. L'incisione è stata rinvenuta in Sudafrica. Due pezzi di ocra rossa con incise linee geometriche che si incrociano: un disegno elementare e di significato incerto, ma che potrebbe essere la prima opera d'arte prodotta dall'uomo.

 

Forse scoperto un pianeta abitabile

Il telescopio Hubble ha compiuto una scoperta che ha certamente dello straordinario: si tratta di un pianeta dotato di atmosfera. Dunque, almeno in teoria, il corpo celeste dovrebbe essere abitabile dall'uomo, se non fosse per le alte temperature causate dalla vicinanza della stella gialla attorno alla quale ruota, lontana da noi 150 anni luce.
È la prima scoperta di questo genere, realizzata grazie alle osservazioni del telescopio spaziale Hubble e annunciata in questi giorni dalla Nasa. La speranza degli astronomi è che, dallo studio dell'atmosfera, si possa arrivare a capire se un pianeta extrasolare possa ospitare la vita così come si è sviluppata sulla Terra. Il pianeta osservato da Hubble ruota attorno alla stella catalogata con la sigla HD 209458 e situato nella costellazione di Pegaso. Si tratta di una stella gialla, molto simile al Sole.Tuttavia il pianeta, ribattezzato dalla Nasa "Giove caldo", è ben diverso dalla Terra. Esso ha infatti una massa simile a quella di Giove ed è talmente vicino alla stella HD 209458 che la sua atmosfera risulta quasi rovente.
Finora sono stati individuati almeno 70 pianeti orbitanti attorno a stelle della nostra Galassia (la Via Lattea). Queste scoperte sono avvenute principalmente con metodi indiretti, cioè deducendo la presenza dei pianeti dalle irregolarità, causate dalla gravità, nelle orbite delle stelle attorno alle quali orbitano. La particolarità della scoperta di Hubble, il telescopio spaziale ormai da anni in orbita, risiede nel fatto che, per la prima volta, l'atmosfera di un pianeta che si trova fuori dal sistema solare è stata osservata e misurata direttamente.

Marconi, "autodidatta" della scienza

Il primo collegamento radio, che ha rivoluzionato il sistema delle comunicazioni umane, si deve ad uno scienziato autodidatta, quale si definiva lo stesso Marconi. Ma fu forse proprio la sua 'ignoranza' accademica, a portarlo a realizzare ciò che per la scienza ufficiale era impossibile: trasmettere messaggi con onde elettromagnetiche attraverso l'aria. Secondo gli studi dell'epoca era infatti impossibile superare gli ostacoli naturali. Marconi ignorò tali studi ed ebbe ragione: anni dopo si sarebbe infatti scoperto che gli strati alti dell'atmosfera riflettono le onde consentendo loro di superare le montagne e di seguire la curvatura della terra. Il primo collegamento radio transoceanico fu preceduto da diversi esperimenti: era l'autunno 1894 quando Marconi realizzò la prima trasmissione senza fili nella villa paterna di Pontecchio, vicino Bologna. Due anni più tardi era già a Londra dove fondò' la sua prima società con un credito sulla fiducia di 15.000 sterline. In breve tempo realizzò la prima trasmissione tra una nave e la terra ferma, a cui seguì il primo 'sos' telegrafico di un'imbarcazione in difficoltà. I tempi erano maturi per la prima trasmissione transatlantica. L'impresa fu piena di difficoltà: fu lo stesso Marconi a ricordare il ''fortissimo e gelido vento'' che stava mettendo a rischio l'impresa ma il 12 dicembre 1901 passò alla storia. Il primo segnale radio mai lanciato attraversò l'Oceano mettendo in comunicazione l'Europa con l'America. La stampa, non solo la non specializzata ma anche quella tecnica, nell'immediato accolse con scetticismo la notizia. Il successo dell'impresa in ogni caso procurò a Marconi fama mondiale ma gli scatenò contro l'ostilità delle grandi compagnie di telecomunicazioni via cavo, che si sentivano sempre più minacciate dalla telegrafia senza fili. Nel 1909 l'uomo che si era sempre definito ''un dilettante'' ottenne il premio Nobel, ma un riconoscimento forse anche più importante gli arrivò nel 1912 dai 706 superstiti del Titanic salvati grazie agli 'sos' lanciati dal ''suo'' telegrafo senza fili. Tra il 1920 (la prima trasmissione di radiodiffusione pubblica fu realizzata a giugno con la cantante d'opera australiana Nellie Melba) e il 1922 le prime trasmissioni alla radio e il 1927 l'unione tra Marconi e i suoi competitori per dare vita alla British Broadcasting Corporation, la Bbc. E' del 1932 invece la prima telefonata tra la città del Vaticano e la residenza estiva del Papa, Castel Gandolfo. Marconi morì nel 1937, a 63 anni, e il giorno dopo il 'Times' di Londra scrisse ''Quando gli storici ripercorreranno il ventesimo secolo vedranno in Marconi l'uomo più significativo della nostra epoca, l'uomo da cui la nostra era prenderà nome''

Intelligenza ereditaria

Secondo i ricercatori dell'Università di Los Angeles la materia grigia delle regioni frontali del cervello, che determina una parte importante dell'intelligenza, è in gran parte trasmessa dai genitori ai figli. Ed ereditaria è anche la struttura della regione del cervello che controlla il linguaggio. Tutto questo viene da raffinatissime immagini ottenute con la risonanza magnetica. Si tratta della prima serie di imagini che dimostrerebbero quali parti sono più influenzate dall'ereditarietà e quali invece sono frutto dell'esperienza individuale.
L'affermazione centrale dello studio è l'influenza dei genitori sulla quantità di materia grigia che ci troviamo nel cervello. Questa è la misura della densità dei neuroni e, dicono i ricercatori guidati dal professor Paul Thompson, delle abilità cognitive individuali. Gli scienziati californiani hanno lavorato in team con un gruppo di colleghi finlandesi.
In quel Paese esiste un 'registro gemellare' in cui sono schedate ben 9.500 coppie di gemelli nati tra il 1940 e il 1967. I risultati dei test hanno evidenziato che i cervelli dei gemelli identici si rassomigliano come due gocce d'acqua.

Autenticate a Padova le ossa di S. Luca

La scienza aggiunge un tassello all'affascinante mosaico del mistero dei resti di San Luca che, custoditi da quasi 800 anni in un antico sarcofago nella basilica di Santa Giustina a Padova, sono ora passati indenni all'esame del Dna.
Sembra infatti che il dottor Guido Barbujani, dell'Università di Ferrara, sia riuscito, attraverso l'analisi del Dna, ad attribuire i resti a un uomo vissuto nella regione di Antiochia, la stessa regione in cui nacque San Luca.
Il genetista è riuscito ad avvalorare di molto l'antica (e finora assai discussa) teoria, secondo cui le reliquie custodite a Padova sono quelle di San Luca, il terzo Evangelista morto a 84 anni intorno al 150 d.C., nella città greca di Tebe. Secondo la tradizione, l'arca di piombo con il corpo del santo fu portata prima a Costantinopoli e successivamente spostata a Padova. Il merito della recente scoperta va attribuito anche al vescovo di Padova Antonio Mattiazzo che, in carica nel 1992, e aiutato dal patologo padovano Vito Marin, diede inizio all'appassionante indagine. In essa vennero coinvolte anche le autorità ecclesiastiche di altre città, tra le quali Praga, che acconsentirono alle indagini. A Praga, nella cattedrale di San Vito, era conservato uno di due teschi ipotizzati entrambi come appartenenti a San Luca, essendo l'altro custodito a Roma. Dalle analisi anche su quest'altro reperto di Praga, rivelatosi quello 'giusto', gli studiosi hanno parlato di un'elevata compatibilità genetica tra i differenti reperti, confermandone anche la corretta datazione, in linea con la tradizione. Non c'è ancora certezza, ma trattandosi di ossa di cui si parlava al periodo delle crociate, quando le false reliquie erano quasi una regola, il risultato sull'identità dello scheletro del terzo Evangelista ha per il momento il valore di una 'quasi certezza'.

La "maledizione" del Triangolo delle Bermude

Nessuna azione di extraterrestri o Ufo, né sabotaggi o ancora la responsabilità di civiltà nascoste o il mistero di Atlantide. Il mistero del Triangolo delle Bermude, tomba di navi scomparse, potrebbe essere stato svelato. Le sparizioni al largo della Florida sembra che non siano da attribuire a pirati o alieni, ma più semplicemente ad enormi bolle di gas metano provenienti dal fondo del mare. Le bolle di metano hanno una densità minore di quella dell'acqua e ciò porta le navi intrappolate nel leggero gas ad affondare. Secondo questa nuova teoria le bolle di metano sarebbero rilasciate dai giacimenti sul fondo del mare, risalirebbero velocemente verso la superficie e colpendo violentemente le navi, ne comprometterebbero la stabilità e la capacità di rimanere a galla. Di qui le misteriose sparizioni: navi affondate e aerei svaniti nel nulla.
Il 'cimitero degli abissi' si trova nell’area dell’Oceano Atlantico compresa tra le Isole Bermude, la costa della Florida e l’isola di Portorico. Qui, stando alle statistiche e agli studi, sarebbero stati inghiottiti cento tra aerei e navi con un bilancio di ben mille uomini scomparsi.